FUSIONE MPS IN UNICREDIT

Lo stato italiano dal 2017  detiene il 64% del Monte Paschi di Siena. L’accordo vincolante con l’UE contemplava, in sostanza un obbligo entro la fine del 2021 dell’uscita  dello Stato dal capitale della banca Senese.

Ora, dopo 4 anni, si pronostica  lo stesso giochino svolto da Banca Intesa con la Banca veneta, ovvero la parte buona alla banca, le macerie al pubblico.

E’ possibile che in 4 anni il Tesoro non abbia saputo elaborare una strategia vincente sul Monte Paschi? Dal 2017, anno in cui lo Stato possiede le azioni  MPS si è perso il 30% delle entrate, un record assoluto nell’intero sistema bancario nazionale, di fatto non trovando nessuna vera soluzione per rilanciare la banca MPS.

Con l’accordo in via di definizione tra Unicredit e MPS, la parte attiva si trasferirà in Unicredit ovvero depositi, impieghi, clienti, accollando al pubblico la  zavorra plurimiliardaria. Costo totale vicino ai 10 miliardi di euro, e si prevedono almeno 2500  esuberi di  personale. Con immensa gioia  del gruppo di Gae Aulenti in cui  Orcel AD Unicredit che si pregusta lo show. A Reggio Emilia abbiamo circa 10 sedi Unicredit e  6 di Monte Paschi come andrà a finire? La presumibile chiusura degli sportelli porteranno a circa 40 uscite di personale?

Sappiamo che le politiche delle banche è quella dei prepensionamenti ed uscite volontarie dietro corrispettivi in denaro al loro personale interno.

Ma la domanda che mi pongo, è quale sarà il costo reale sui contribuenti reggiani, perchè è facile fare lo scaricabarile sui poveri cittadini. Inoltre, altra domanda legittima, i correntisti che hanno un mutuo, azioni, crediti, si ritroveranno tassi più alti? O addirittura  la perdita di denaro, come successo per la banca cooperativa?

Mi rivolgo a lei dottor Draghi, come vuole comportarsi affinché non si dia luogo a un bagno di sangue come in passato?

Noi cittadini reggiani vorremmo evitare vivamente di vedere di nuovo un film con il finale già deciso in partenza.

 

Mauro Capoluongo

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