La campagna di propaganda che «informa» la risposta COVID è direttamente attribuibile a Pechino. L’intera risposta al COVID è un’esportazione del regime di Xi Jinping.
Gli obblighi di lockdown, di mascheramento e di vaccino sono stati istituiti per affrontare un virus con un tasso medio di mortalità per infezione (IFR) inferiore allo 0,2400% in tutte le fasce d’età.
Un candidato democratico al Congresso ha chiesto il diritto di sparare a «coloro che non prendono abbastanza sul serio il COVID»
I lockdown e gli obblighidi vaccinazione rappresentano l’abrogazione dei diritti di proprietà, in primo luogo il diritto all’autonomia corporea, o il diritto di fare ciò che si ritiene opportuno con il proprio corpo.
È giunto il momento di affermarlo in modo chiaro e diretto: l’onere di proteggersi dal virus e dalle sue varianti spetta a coloro che temono l’infezione, e non agli altri, che siano vaccinati o meno.
Il comunismo COVID di Xi non rappresenta, prima di tutto, una sfida all’integrità del governo occidentale o alla competenza scientifica. È una sfida a ciò che resta del riconoscimento dei diritti individuali da parte dei regimi occidentali.
Questi diritti non ci sono stati dati dal governo, ma i governi, compresi i loro rami giudiziari, si sono arrogati il diritto di violarli e abolirli a loro piacimento.
Maurizio Fagandini
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