Sembra assurdo ma purtroppo è vero, che nel 2022 avvengano ancora incidenti mortali nei luoghi di lavoro.
Si torna a parlare di morti bianche SOLO quando avviene una disgrazia che viene riportata dai media e di quella notizia se ne parla per qualche giorno e poi tutti dimentichiamo fino al successivo avvenimento mortale, ma il problema purtroppo persiste da tantissimi anni e abbiamo l’obbligo morale di farlo cessare.
Il problema degli infortuni sul lavoro si verifica purtroppo in diversi settori a partire da quello agricolo, edile, metalmeccanico, siderurgico, trasporto ecc…
Non è servita la legislazione italiana e tanto meno quella Europea per salvaguardare i lavoratori, purtroppo ad oggi abbiamo ancora vittime del lavoro.Nel 2021 più di 3 persone sono morte ogni giorno nell’esercizio della propria attività lavorativa. Sono in diminuzione rispetto all’anno precedente (causa chiusure per il Covid), ma comunque ancora troppe considerando i macro dati delle denunce presentate all’Inail nell’intero arco del 2021:
• 555.236 denunce di infortunio sul lavoro nel 2021
• 1.221 delle quali con esito mortale
• 55.288 patologie di origine professionale denunciate
Reggio Emilia e Modena sono le prime province della nostra Regione per numero di decessi nel 2021 con 10 vittime a testa.
Ci dobbiamo chiedere cos’altro si può fare affinché ogni singolo lavoratore possa lavorare in sicurezza.
Iniziamo dal D.Lgs. 81/08 (Testo Unico Sicurezza sul Lavoro) che definisce i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) come qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza e la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

A domanda: il lavoratore può rifiutarsi di prestare la propria attività lavorativa in assenza di sicurezza? La risposta è SI.
In questi casi, sono numerose le pronunce della giurisprudenza che ritengono fondato il rifiuto del lavorare. In base all’articolo 2087 del codice civile il datore di lavoro deve adottare tutte le misure che secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori.
Ciò significa che la tutela della Salute sui luoghi di lavoro è un obbligo datoriale imprescindibile e non esistono adempimenti minimi soddisfatti per i quali i datori di lavoro possono ritenersi esonerati da qualsiasi responsabilità, anzi è obbligo che devono fare tutto ciò che comporta la messa in sicurezza dei lavoratori.
Sintetizzando, il lavoratore si può rifiutare di svolgere la propria attività lavorativa quando l’inadempimento del datore di lavoro sia totale oppure sia talmente grave da pregiudicare la vita del lavoratore.
Applicando quest’ultimo principio la giurisprudenza ha ritenuto legittimo il rifiuto di lavorare se manca la tutela della Salute. Legittimo il rifiuto del lavoratore nel caso in cui il datore di lavoro non adotti tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e le condizioni di salute dei prestatori di lavoro, i lavoratori in linea di principio hanno la facoltà di astenersi dalle specifiche prestazioni, la cui esecuzione possa recare pregiudizio alla salute, essendo coinvolto un diritto fondamentale protetto dalla Costituzione, in questo caso il lavoratore non deve abbandonare il posto di lavoro, ma può fare intervenire anche le forze dell’ordine per inadempienza del datore di lavoro. Invece è ritenuto illegittimo il comportamento del lavoratore che rifiuta la prestazione lavorativa a causa delle condizioni di insalubrità e pericolosità per la salute esistenti nel luogo di lavoro, in questa situazione bisogna fare richiesta al sindacato o all’Asl, che si attiveranno affinchè venga posta in essere la cessazione del comportamento illegittimo del datore di lavoro attraverso l’utilizzo degli organi competenti.
Il rifiuto del lavoratore allo svolgimento della prestazione lavorativa da cui è tenuto a fronte di inadempimento del datore di lavoro è lesivo dei diritti fondamentali ed è consentito.
Si evidenzia che se il datore di lavoro ha ottemperato a tutte le norme di messa in sicurezza dei lavoratori e questi non le rispettano, come il mancato utilizzo dei DPI, consegnati dal datore di lavoro, un eventuale infortunio potrà essere imputabile alla negligenza del lavoratore e ultimamente le aziende stanno emettendo provvedimenti disciplinari con relative applicazioni di sanzioni per il mancato rispetto delle regole sulla sicurezza . Pertanto, secondo gli articoli del decreto legislativo 81 del 2008 che trattano la tematica, i lavoratori possono essere soggetti a sanzioni di tipo pecuniario che variano da € 50 a un massimo di €800 e/o alla sanzione penale con l’arresto fino a un mese e/o a un licenziamento.
Il sindacato UGL ha sempre al centro della propria agenda la tutela dei lavoratori in ogni sede istituzionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sul triste fenomeno delle morti bianche. In tal senso il nostro sindacato UGL ha chiesto l’apertura di un tavolo presso il Ministero del Lavoro con l’obiettivo di individuare nuovi strumenti e risorse dirette a potenziare i controlli e a promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.
E’ fondamentale potenziare la formazione della cultura della sicurezza a cominciare dalle scuole e organizzando nelle aziende almeno due volte all’anno corsi di formazione incentrati solo sulla Sicurezza nei posti di lavoro con l’obbligo dei lavoratori alla partecipazione.
L’ultimo tragico avvenimento del ragazzo di Pavia è devastante e inaccettabile. Inaccettabile la morte di un ragazzino in una alternanza scuola/lavoro.
Lo stage in quanto tale non è un rapporto di lavoro subordinato, vale a dire una messa a disposizione di energie psico-fisiche sotto la costante direzione e supervisione del datore, ma un’esperienza lavorativa finalizzata alla conoscenza delle parti in vista di una possibile futura assunzione vera e propria. Pertanto, nessun obbligo di conservazione del rapporto grava sul soggetto ospitante, eccetto quelli contenuti nella convenzione stipulata. Questo vuol dire in buona sostanza che non esiste una regola per cui se lo stagista si fa male l’ente ospitante è tenuto a mantenere in vita il rapporto o viceversa a concluderlo, ma che ci si basa sul buon senso.
Ultima la legge di Bilancio relativa all’anno finanziario 2022, dove è prevista una norma in materia di tirocini. In particolare, i commi dal 720 al 726 – introdotti dal maxiemendamento discusso e approvato al Senato in data 23 dicembre 2021 con il voto di fiducia – partendo dalla definizione di tirocinio curriculare, prevedono un riassetto della disciplina sul tirocinio extra-curriculare.
Il tirocinio è, e rimane, un percorso formativo di alternanza tra studio e lavoro, finalizzato all’orientamento e alla formazione professionale, anche per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Inoltre, per la tipologie di stage extra-curriculare, vengono identificati i nuovi princìpi che dovranno essere previsti dalle normative regionali per l’applicazione corretta da parte dei soggetti ospitanti.
Nella speranza che le leggi vengano applicate e fatte rispettare, uno studente che si approccia al mondo del lavoro non può e non deve svolgere alcune attività se prima non viene formato, dovrebbe solo innanzitutto capire i doveri e i diritti che si hanno durante un rapporto di lavoro e imparare insieme al tutor designato dall’azienda l’attività che si svolge in quella azienda. Invece purtroppo chi fa lo stage viene spesso usato come un dipendente a tutti gli effetti.
E’ obbligo del nostro Governo e delle parti sociali attivarsi e creare un sistema di controllo a tappeto da parte degli organi preposti. Il nostro ordinamento ha stabilito in base al decreto legislativo 81 sempre del 2008 che in materia di sicurezza sul lavoro i controlli devono essere fatti dall’azienda Sanitaria Locale, dal comando dei vigili del fuoco competenti in tutto il territorio, sia materia di salute che di sicurezza e la maggior parte dei controlli vengono svolti dalle ASL tramite gli uffici di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro e dalle direzioni territoriali del Lavoro tramite il servizio ispezioni del Lavoro vigilanza tecnica ma purtroppo per carenza del personale pochissime aziende vengono controllate.
Il Governo deve aumentare tali figure affinchè cessi immediatamente questo stillicidio, poiché la perdita di una vita umana crea un vuoto incolmabile portando il disonore alla nostra società, in un paese dove oggi si lavora non più per migliorare la propria esistenza, ma per la sopravvivenza, e deve essere assolutamente inaccettabile da parte di tutto il Popolo Italiano continuare a morire sul posto di lavoro.
Angela Labate, Segretario Provinciale UGL Metalmeccanici
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