a cura del Circolo Italexit

Un utente di un social, commentando la sospensione dell’obbligo vaccinale covid per il personale sanitario, auspicava che i non vaccinati fossero costretti a indossare un segno distintivo, in modo che i pazienti potessero distinguere tra scienziati (i vaccinati) e ciarlatani (i non vaccinati).

Una simile cretinata, la solita provocazione, non avrebbe meritato troppa attenzione, giusto l’invito a farsi un giretto in qualche località amena. È tuttavia intervenuta una personalità autorevole che, in maniera razionale, ha chiarito la questione. A questo punto ci sembra doveroso riportare integralmente la risposta, omettendo soltanto il nome del destinatario. Ciò per due motivi: per non dare troppo risalto a chi – secondo noi – non lo merita, e, secondariamente, per estendere queste parole a chiunque coltivi dubbi sul reintegro.

L’autore del testo è un medico pugliese, Giovanni Grilli, detto Gianni. Nato a Trani, si è laureato nel 1978 e specializzato in igiene e medicina preventiva. Ha lavorato nell’ospedale della sua città prima come assistente e poi come aiuto primario nel reparto di malattie infettive. È stato direttore medico del medesimo ospedale, direttore del distretto di Bisceglie – Trani e direttore medico dell’ospedale di Andria e Canosa. È in pensione da pochi anni.

«Egregio Signore, a proposito di quello che ha scritto non posso non risponderle. Sono un medico di quelli che lei definisce ciarlatani anti scienza e dai quali non vorrebbe essere curato. Sa, sono anche un medico che da marzo 2021 è entrato nel Gruppo terapia domiciliare C-19 e ha iniziato a curare centinaia di persone in tutta Italia. Persone positive al tampone abbandonate dai medici di base che, quando rispondevano al telefono, altro non era che tachipirina, vigile attesa e se state male chiamate il 118, naturalmente nessuna risposta il sabato, la domenica e le feste comandate.

«Noi, invece, del tutto gratuitamente, eravamo sempre disponibili, con il telefono sempre acceso e se non potevamo rispondere richiamavamo. Ricordo bene il giorno di Natale e il Capodanno 2021: 60 telefonate e 60 messaggi… sempre disponibili anche a prescrivere i farmaci necessari in base al decorso clinico della malattia, farmaci che le persone andavano a comprare perché il loro medico oltre la tachipirina non prescriveva.

«Non conoscevo nessuna delle persone che ho curato, ma forse lei non può capire che cosa provavo ogni volta che mi comunicavano che si sentivano meglio, che i sintomi stavano regredendo, che si erano negativizzati. Quante belle parole ho ricevuto e che sorpresa vedere arrivare tanti di loro a Trani, in vacanza appositamente per conoscermi. Lei non è medico: come può avere l’arroganza e la competenza di dare del ciarlatano a chi invece medico lo è?

«Perché sarei un ciarlatano? Perché ho ragionato con la mia testa e con le mie conoscenze e non secondo quello che dicevano le virostar televisive.

«Perché ho ritenuto fin da subito assurdo rendere difficoltose l’esecuzione di autopsie (di fronte ad una nuova malattia, indispensabile mezzo per capirne la fisiopatologia), perché ho ritenuto assurdo per una malattia infettiva respiratoria chiudere per tre mesi le persone in casa mentre continuava ad entrare gente in Italia negli aeroporti e via mare, perché ritenevo assurdi certi provvedimenti che nulla avevano di medicina preventiva come il salutare con il gomito, con il pugno, inseguire con gli elicotteri persone che passeggiavano solitarie sulla spiaggia, marito e moglie uno avanti e uno dietro in auto, disinfettarsi le mani ogni volta che si entrava in un negozio, permesso di andare a trovare i congiunti a Milano e non tra Trani e Bisceglie che distano 8 km, virus che esce ad orari, virus che colpisce prima in piedi e poi seduti al bar, mascherine di stoffa e di carta che bloccano la diffusione del virus, banchi a rotelle…

«Sono un ciarlatano perché non ho mai prescritto a nessuno la tachipirina e perché sono stato a contatto continuo giornaliero e più volte al giorno per i casi più gravi con le persone che seguivo.

«Sono un ciarlatano perché sono andato a leggermi la scheda tecnica di Pfizer e di Moderna e ho letto sin da subito che il vaccino non è mai stato sperimentato per quel che riguarda la trasmissione dell’infezione (“lo faccio per gli altri” è una falsità), che il vaccino è stato sperimentato per tre mesi in persone dai 16 ai 60 anni sane, nessuna sperimentazione in persone oltre i 60 anni con patologie, in bambini e in gravidanza, che non esistono studi di genotossicità e cancerogenicità, che il meccanismo di azione è quello di fare produrre alle nostre cellule la proteina spike che è la proteina tossica del virus…

«Sarei un ciarlatano perché non ho creduto a qualche virostar che durante qualche trasmissione televisiva sosteneva che chi era vaccinato non avrebbe potuto trasmettere il virus, puntualmente smentito da quanto accaduto con tri e quadri dosati che si sono infettati e hanno infettato.

«Sarei un ciarlatano perché non ho creduto a qualche altra virostar che ha affermato che dopo la seconda dose si poteva star tranquilli per 10 anni.

«Sarei un ciarlatano perché ho fatto il medico come mi hanno insegnato all’università, sarei stato cacciato a pedate dal mio professore di clinica medica se all’esame avessi risposto che una polmonite si cura con vigile attesa e tachipirina.

«Lei non vuole farsi curare da noi medici ciarlatani, liberissimo di pensarlo. Noi in realtà a differenza di altri medici ed infermieri, che hanno detto cose inimmaginabili sui non vaccinati, curiamo tutti: vaccinati, non vaccinati, bianchi, neri, gialli, ucraini, russi, intelligenti, idioti…

«Qualcuno ha pure detto che dovremmo metterci una spilletta, ottima idea. Moltissimi sono sicuro andrebbero a cercare proprio quelle spillette. Stia tranquillo comunque troverà sempre qualcuno pronto a curarla se un giorno diventerà positivo. Le assicuro che se anche troverà in pronto soccorso due medici con la spilletta, avrà le cure migliori, anche se non posso assicurarle che non le verrà richiesta una consulenza psichiatrica da parte di un medico freevax».

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