Come andò a finire, cronache dall’anno 2122 di Enea de Virgiliis

«Fidati della scienza». Questa fu la frase con la quale fu sdoganato ogni abominio. Del resto, come si fa a non fidarsi della scienza? Come si fa a fregarsene dei consigli di uomini e donne che giorno e notte lavorano per il progresso dell’umanità senza altra soddisfazione che il benessere dell’umanità medesima? E così la gente si fidò.

Tutto ebbe inizio con il covid. Scoppiata la pandemia, fu reso disponibile un vaccino, realizzato in poco tempo, non sperimentato a sufficienza, assolutamente inaffidabile, tant’è che anche i vaccinati si ammalavano e pure gravemente… però dissero che bisognava fidarsi della scienza… e così milioni di persone si vaccinarono. Alcuni di essi, troppi, subirono effetti collaterali pesanti. Ma ciò fu negato. Le morti improvvise furono attribuite alla pizza. E nessuno lo mise in dubbio. Bisognava aver fiducia nella scienza.

Poi si proseguì con il cambiamento climatico. «Fidati della scienza», dissero. E così la gente passò ad utilizzare auto elettriche. Anche queste erano inaffidabili: lasciavano a piedi, prendevano fuoco, avevano un chilometraggio limitato, erano impossibili da smaltire… Niente. Bisognava fidarsi della scienza. Così tutti si dotarono di auto elettriche.

Fu quindi il turno della Russia e del suo attacco all’Ucraina. Era una questione meramente politica, ma la scienza non poteva restare a guardare. Quando Mosca sospese le forniture di gas, la scienza si erse a condannare questa materia prima come dannosa. «Fidati della scienza», si ribadì e così il popolo, in piena crisi energetica, fu felice di abbandonare le auto elettriche per andare direttamente a piedi. In casa si crepava di caldo d’estate e si congelava d’inverno, ma gli scienziati dicevano che andava bene così. E allora: «Fidati della scienza».

Non bastando tutto ciò, in nome della sostenibilità (parola magica degli Anni Venti del secolo scorso) arrivarono in tavola gli insetti. No, non entrarono da una finestra lasciata aperta, giunsero proprio come pietanze. «Gli insetti sono buoni da mangiare. Se ti fanno schifo è perché non hai appetito». Le obiezioni dei perplessi, dei tradizionalisti del bollito, dei negazionisti della farina di grillo furono stroncate dal solito refrain: «Fidati della scienza». Ci fu chi provò timidamente a spiegare che un conto era la fiducia, altro il gusto, ma venne zittito e dovette adeguarsi. La gente iniziò a mangiare locuste, scarafaggi, vermi, ragni e altre schifezze ripugnanti.

* * *

In occasione di San Valentino, due fidanzati si concessero una cena romantica in un ristorante stellato. Quando il cameriere portò le pietanze, si trovarono direttamente degli escrementi nel piatto.

«Ma questa è merda!» esclamò sbigottito il ragazzo.

«Volgarone!» lo apostrofò il maitre.

«Volgarone? Perché? Cosa è questo? Noi avevamo ordinato una tagliata!» urlò il cliente.

Il maitre fece un gesto per invitarlo alla calma e quindi spiegò con dolcezza: «Avete letto con cura il menù prima di ordinare? Si tratta di cibo predigerito».

«Come?».

«Predigerito. In cucina a fianco di ogni chef che cucina, ne abbiamo uno che mangia, predigerisce e quindi caga, pardon, impiatta. Si tratta di carne rossa. Avete una seppur minima idea dello stress che viene risparmiato al vostro corpo? Riuscite a immaginare da che guai dovuti a colesterolo, trigliceridi, pressione e chi più ne ha più ne metta, vi protegge? E poi la predigestione è ecosostenibile, fidatevi della scienza!».

«La scienza? Lo dice la scienza?».

«Certo, nutrizionista ed ecologo».

Confortati da ciò, i due fidanzati mangiarono la loro tagliata predigerita e la trovarono pure buona.

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